Correva l’anno 2021, quando l’Ufficio Scolastico Regionale mi ha assegnato una supplenza annuale presso la sezione carceraria di una Scuola secondaria di secondo grado. In carcere ci sono alcune regole ferree per i dipendenti, la prima delle quali è che nessun tipo di tecnologia può entrare nella struttura. Per la prima volta dopo tantissimi anni, mi sono ritrovata a trascorrere molte ore senza cellulare e computer. Nessun problema per la didattica in classe, anche se purtroppo ho dovuto rinunciare a tutte le TIC, ma le ore buche? I pomeriggi di sportello facoltativo in cui spesso non veniva nessuno? Per passare il tempo ho iniziato a scrivere.
La prima scintilla di questo romanzo è partita da una domanda: se io volessi aprire una scuola con corsi professionalizzanti, che insegni un mestiere, in una zona periferica, ma non volessi far pagare una retta agli studenti, come potrei fare?
All’inizio avevo pensato di rispondermi iscrivendomi a una sorta di corso in business school, o qualcosa di simile, ma poi ho pensato che magari scrivendo la storia che stavo fantasticando avrei trovato una soluzione grazie ai miei personaggi. Alla fine ho capito che quel sogno nel cassetto dovrà aspettare ancora moltissimi anni, ma nel frattempo ho realizzato un altro sogno: quello di pubblicare un libro.
Penelope è una docente precaria che ha come sogno nel cassetto quello di aprire una scuola privata professionale senza precedenti, attenta ai bisogni degli studenti e con una retta accessibile anche a chi proviene da famiglie con scarsa disponibilità economica.
Il suo sogno diventa realtà quando vince un bando dell’Unione Europea e ottiene i finanziamenti per il suo progetto: l’Istituto per i Servizi Alberghieri “Le Città Invisibili”.
Penelope si occupa personalmente delle ammissioni. Tra gli studenti selezionati spiccano alcuni ragazzi che fino a quel momento erano sempre stati tra gli ultimi, i derisi, gli emarginati, i diversi, gli “invisibili”, appunto. Quelli per cui qualcuno aveva già immaginato un destino segnato, dandoli per spacciati, rassegnandoli ad una vita senza premi e senza soddisfazioni, di povertà e umiliazioni, come spesso era stata quella dei loro genitori.
Il primo anno all’Istituto per i Servizi Alberghieri “Le Città Invisibili”, procede bene e i ragazzi sono soddisfatti dei loro risultati scolastici e personali. Tuttavia, qualcuno non aveva fatto bene i conti con la parte gestionale e amministrativa dell’azienda, in questo caso una scuola privata. Finiti i fondi, finito il sogno. Penelope, la direttrice, è costretta a chiudere i battenti.
Ma gli studenti non ci stanno e pur di salvare la loro scuola (e il loro stesso destino) troveranno diversi escamotage, audaci e divertenti al tempo stesso, così come solo i giovani eroi sanno essere…

Tutti i personaggi di questo libro sono frutto di fantasia, ma dentro ognuno di loro c’è un pizzico di tanti studenti che ho incontrato sul mio cammino e che ci tengo a ringraziare per la fiducia che hanno riposto in me. In ogni pagina ho provato a dare voce a chi di solito si tiene tutto dentro, per cercare soprattutto di trasmettere il messaggio che ogni studente merita di vivere la migliore esperienza scolastica possibile e di imparare secondo i suoi tempi. Qui dentro ho voluto descrivere il bello e il brutto della scuola, per rappresentare quelle giornate, che solo i professori conoscono, dove a volte va tutto alla grande, mentre a volte va tutto a rotoli; perché è vero che la scuola non è perfetta, ma facendo squadra con la dirigenza, i colleghi, gli studenti e le famiglie, possiamo migliorarla ogni giorno di più.
Ai miei studenti di ieri, oggi e domani.
Per acquistare una copia
Trovate Ragazzi invisibili in tutte le librerie (fisiche e online) e sul sito della casa editrice Porto Seguro Editore.
Presentazioni del libro e firmacopie
10/12/2022 h. 16 – Limonaia di Villa Strozzi (Firenze)
28/01/2023 h. 17.30 – Libreria Libero Caos (Impruneta – FI)
Coming soon – Libreria Blume (Fucecchio – FI)